La storia di Palazzo Bianchetti detto anche Casa Volpago o Bolpago
Lungo la maestosa Via Giuseppe Bianchetti a Treviso sorge un edificio dal fascino storico senza tempo: Palazzo Bianchetti, situato al numero 16 di questa pittoresca via. La sua posizione privilegiata collega la rinomata Calmaggiore a Via Inferiore, rendendolo un punto di riferimento centrale nel tessuto urbano trevigiano.
In passato questo luogo ebbe una storia diversa, conosciuto con i suggestivi nomi di "vicolo del Duomo" o "vicolo Inferiore". Nel 1883 l'identità di questa via subì una trasformazione e fu dedicata a Giuseppe Bianchetti, illustre letterato e patriota trevigiano vissuto tra il 1791 e il 1872. La scelta di intitolare a lui la via riflette il rispetto e l'ammirazione della comunità per la sua cultura culturale. e contributi patriottici.
Tuttavia, durante il periodo fascista, l'atmosfera storica che circondava la via subì un notevole cambiamento. Il nome originario di Via Giuseppe Bianchetti venne modificato, riflettendo le trasformazioni sociali e politiche dell'epoca. Ciononostante Palazzo Bianchetti continua ad essere una testimonianza vivente della ricca storia di Treviso, portando con sé le storie e le trasformazioni che hanno plasmato nel corso dei decenni il cuore di questa affascinante città.
Conosciuta anche come Casa Volpago o Bolpago, questa residenza è un esempio unico di arte e architettura. Caratterizzata dalla tecnica del graffito, la facciata presenta dinamici fregi con putti, aquile e intrecci di fogliame che dividono il palazzo. Nella zona dell'attico sono magistralmente raffigurati Leda e il cigno, che aggiungono un tocco di mitologia e grazia alla struttura.
Costruito nel XVI secolo, l'edificio di quattro piani ha subito nel tempo numerosi rifacimenti nelle sue aperture. Al piano terra due porte e due finestre accolgono i visitatori, mentre al primo piano sono presenti quattro finestre rettangolari. Il secondo piano è caratterizzato da un'unica finestra con terrazzino e due finestre rettangolari, mentre il terzo piano è ornato da tre finestre rettangolari.
Alla fine dell'Ottocento il graffito presente sulla facciata venne temporaneamente coperto durante i lavori di ristrutturazione secondo la moda dell'epoca. Tuttavia, nel 1982, quest'opera d'arte fu fortuitamente riscoperta e restaurata nel 1984 da M. Botter, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici. Oltre ai due fregi orizzontali ancora visibili che dividono la facciata al secondo e al terzo piano, rimangono frammenti del fregio del primo piano, dove sono riconoscibili figure di cherubini.
La storia di Palazzo Bianchetti è intrisa di passato, arte e restauro, che lo rendono un luogo straordinario che testimonia la magnificenza della storia di Treviso.